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In My Shoes With Yuisa Pérez

Consulente in materia di diversità e inclusione nonché membro del comitato consultivo Every Move Matters di Clarks, Yuisa Pérez è un'autentica forza della natura. Orgogliosamente portoricana, nel 2021 è stata nominata Chief People Officer del Museo della scienza di Boston con il compito di aiutare questa storica istituzione a creare una cultura inclusiva e promuovere una maggiore parità.

Abbiamo parlato con Yuisa della sua vita di donna di colore e di come ha sfruttato la propria posizione e il proprio potere per dar vita a un importante dibattito sulla rappresentazione e avviare un cambiamento. Yuisa ci racconta della sua speranza per un futuro più equo e di come possiamo realizzarlo insieme, eliminando le barriere e affrontando la sfida di dare risonanza alla diversità nei momenti e nei contesti che contano.

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Parlaci un po' del tuo lavoro.

Ho iniziato a lavorare per il Museo della scienza di Boston per via dell'impegno del presidente Tim Ritchie nei confronti del vero significato della parola ""appartenenza"". Il museo è un luogo magico fatto di divertimento, innovazione e generosità, ma il mio ruolo non ha a che fare con la scienza: sono entrata a farne parte per continuare il mio lavoro sulla questione della parità al fianco di un leader intrepido. Il punto non è il museo in sé, ma l'opportunità che rappresenta.

Possiamo avere idee diverse su come si può ottenere la parità, ma sono rimasta impressionata dall'impegno profuso, che mi permette di lavorare per modificare efficacemente l'istituzione. Abbiamo instaurato un dialogo coraggioso. È doloroso, illuminante e scomodo, ed è giusto che sia così per una realtà di 192 anni che desidera dar vita a uno spazio in cui la scienza sia di tutti.

Qual è stata la tua esperienza di crescita in quanto donna latinoamericana di Porto Rico?

So cosa significa essere messa da parte al lavoro. So cosa significa quando la gente dice ""Non mi importa del colore della tua pelle"" o ""Per me tutte le persone sono uguali"" senza che alle parole seguano i fatti. Sono stata maltrattata, licenziata e discriminata. Ma continuo a lavorare sodo perché altri possano vivere esperienze migliori.

Quanto è importante che le aziende e le comunità s'impegnino in dibattiti aperti e sinceri su diversità ed etnia?

Creare spazi di appartenenza non è facile SE punti alla genuinità e all’integrità. Quando, durante una riunione, un collega dice "Ovviamente quest'azienda è di ciascuno di noi", e poi ti accorgi che i presenti si assomigliano tutti, capisci che l'azienda in realtà è solo di alcuni. È facile usare belle parole. Il difficile è guardarsi negli occhi e chiedersi "Chi manca e perché? Come possiamo favorire una maggiore diversità?". Dopo aver parlato di questo ci si può interrogare su come creare inclusività e appartenenza."

"Mio fratello maggiore indossava scarpe Clarks da adolescente. Era il mio idolo e me le provavo sempre, anche se erano 5 numeri più grandi!"

"Hai qualche consiglio per chi cerca di avviare dibattiti relativi a tali questioni? Che cambiamento vorresti vedere nelle aziende?

Spesso si fanno affermazioni vuote, di facciata e avulse dalla realtà dei fatti. Non puoi dire che tutti sono uguali se non tutti vengono rappresentati, specialmente nei contesti in cui si prendono decisioni che influenzano la comunità o l'azienda. Non basta solo invitare le persone alle riunioni: bisogna includerle e dare loro i mezzi per agire. Non si tratta di caselle da spuntare per questioni di conformità o performance.

Spesso mi viene chiesto come si fa a convincere le figure apicali del fatto che il ROI di diversità, parità, inclusione, accessibilità e appartenenza è importante. Per farla breve, direi che non punto più a convincere la dirigenza o i consigli di amministrazione del valore di questi aspetti. Non voglio essere fraintesa: molte aziende hanno ancora bisogno di una spinta ed è importante proseguire il lavoro di sensibilizzazione, ma so anche in che direzione incanalare le mie energie. Ho più di quarant'anni e faccio questo lavoro dall'inizio degli anni Novanta, e so che parità e appartenenza si garantiscono con i fatti e non a parole.

Qual è il ruolo di Clarks nella tua vita? Come si è evoluta la tua percezione di Clarks nel tempo?

Capire la gente è difficile, ma prendersi cura di se stessi può essere semplice: io amo la moda e il ballo, in particolare la salsa, il merengue e la bachata. Amo unire comfort e stile, sempre con un tocco in più. E con le mie scarpe Clarks posso lavorare, ballare e rilassarmi: le adoro. Posso affrontare una giornata lavorativa piena di riunioni stressanti sulla vita delle persone, le loro famiglie e la loro salute e poi uscire a ballare per rilassarmi, il tutto con le mie Clarks! Posso stare in piedi tutto giorno e poi ballare tutta la sera sempre in compagnia di Clarks.

All'inizio non conoscevo il marchio. Sapevo che era un caposaldo, avevo sentito parlare dei modelli e qua e là avevo visto i negozi, ma non pensavo facesse per me. Poi mi sono accorta che Clarks aveva cominciato a impegnarsi in favore dell'inclusività nel materiale promozionale, e la mia percezione è cambiata. La rappresentazione è importante, perlomeno lo è per me.

"Con le mie scarpe Clarks posso lavorare, ballare e rilassarmi. Posso affrontare una giornata lavorativa piena di riunioni stressanti... e poi uscire a ballare per rilassarmi, il tutto con le mie Clarks! Posso stare in piedi tutto giorno e poi ballare tutta la sera sempre in compagnia di Clarks."

Photography credit Ana Maria Cardenas & Jefferson White